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Il potere di adesso . Eckhart Tolle

  • Immagine del redattore: Alberto Dessi
    Alberto Dessi
  • 23 set 2017
  • Tempo di lettura: 5 min

Buon giorno a tutti, come vi avevo accennato ieri, oggi cercheremo di sviscerare le dimensioni spirituali del lavoro di Eckhart Tolle, cercando di coglierne i confini e le similitudini con altri maestri. Il messaggio è talmente semplice e quasi intuitivo che risulta difficile spiegarlo ed una volta spiegato tende ad evaporare. Per evitare ciò è necessario, ed Eckhart lo dice espressamente in qualche intervista, ricorrere a degli ancoraggi. 😉L’ancoraggio è una delle tecniche della PNL (programmazione neuro linguistica) che aiutano a situarsi in uno stato emotivo concreto. Spesso si è inconsciamente esposti ad ancoraggi, ad esempio si può ascoltare una canzone e provare un determinato stato emotivo perché quella musica ci ricorda qualcuno o una qualche situazione, quindi sentendo quelle note le emozioni ritornano allo stato in cui ci si trovava quando si ascoltava quella canzone. Quando si fanno gli ancoraggi, di solito è necessario concentrarsi su quello che volete realmente ottenere e non su quello che non volete; ad esempio, sarebbe un errore pensare “non voglio essere nervoso” o non voglio essere infelice, perché strano a dirsi la mente non conosce il non. Adesso vi faccio un esempio, se vi dico: “non pensate allo zio puzzolente e nauseabondo con le infradito e la canottiera bucata ” voi cosa visualizzate? Beh, visualizzate lo zio puzzolente e nauseabondo con le infradito e la canottiera bucata. 😉Se volete vi racconto qualcosa sulla Pnl in un prossimo post se no non riesco ad affrontare alcuni passaggi del pensiero di Eckhart. Il caro Tolle sa, che per mettere in cassaforte il suo messaggio, ossia “vivi nel presente, nell’adesso” deve ancorare al vivere il presente delle emozioni talmente belle e suggestive tali che l’attenzione si rivolga sempre al presente e non mai al futuro o al passato. Se no il tutto evapora e sparisce. Il messaggio di Tolle è semplice, ci dice: “vivi nel presente” ed ognuno di noi potrebbe dire: " che bella trovata, chi non lo fa". Qualcuno arriva a dire: “io devo portare avanti la mia famiglia, se non vivo nel presente io? Qualcun altro invece si preoccupa: “io vivo nel presente ma ogni tanto penso al futuro, mentre fortunatamente non penso al passato perché è troppo brutto”. Qualcun altro ancora proietta quasi tutto nel futuro e afferma: “vivo nel presente ma ho un occhio sempre rivolto al futuro, non si sa mai, meglio vederci lungo!”🙈 e magari conclude : “ma dove sta la difficoltà, cosa ha scoperto Tolle di tanto interessante, io non lo capisco”. Quando qualcosa arriva facilmente, di solito la si perde nello stesso modo. Sentite cosa diceva Galileo Galilei a proposito delle verità: “Tutte le verità sono facili da capire una volta che sono state rivelate. Il difficile è scoprirle.” Quanti autori hanno affermato: “vivi nel presente”! Yogananda diceva addirittura sono più importanti i minuti che gli anni. Il Dalai Lama ribadiva che ci sono solo due giorni all’anno in cui non puoi fare niente: uno si chiama ieri, l’altro si chiama domani, perciò oggi è il giorno giusto per amare, credere, fare e, principalmente, vivere. Osho ritiene che il presente sia l’unica possibilità di vivere, occorre vivere nel momento, giocare con l’esistenza. Non ci si preoccupa né del passato né del futuro. Vivi nel presente, sei il presente. 😉Ma allora Tolle ha copiato! No. Non ha copiato, lui ha sperimentato ciò che dice e ha la necessità di trasmettere quello che ha sperimentato, passatemi il termine, di vomitare quel fiume di radiosità che si prova a raggiungere un tale stato. Trasmettere un’esperienza non è mai semplice, cercare di portare a vivere un’esperienza è ancora più difficile. Portare le altre persone ad uno stato di consapevolezza più alto è quasi impossibile, ma come ho detto in altri post, parlando di spiritualità, a volte l’impossibile accade. Qualche volta l’impossibile viene a galla, la verità affiora. La verità però, per poter affiorare, deve essere ricercata e poi occorre prepararsi a prendere zappe e picconi per estirpare i condizionamenti che ci bloccano ad uno stato di seminfermità spirituale! Dobbiamo levare le maschere, andare alla radice. Noi tutti sappiamo che le scene di un film che vengono proiettate su uno schermo, seppur appaiano vere e coerenti con la nostra realtà, tuttavia sono proiettate da una macchina da presa. Conosciamo la macchina che proietta per cui non dubitiamo sul fatto che le scene sullo schermo siano false. Tutta la nostra realtà, che in un passo di Yogananda, viene definita mondo di sogno, la consideriamo vera perché non conosciamo chi proietta la nostra vita reale e non ci viene in mente di dubitare della veridicità di ciò che vediamo. Eppure ognuno di noi percepisce uno stesso fatto in maniera differente, per cui, di oggettivo rimane ben poco! Siamo un pò come i pesci che credono che la realtà sia solo il mare perché non riuscendo ad andare oltre la propria visione, pensano che solo quella sia la realtà. E allora … Qual è lo schermo in cui tutta la nostra vita viene proiettata O meglio qual è lo schermo dove vengono proiettate le immagini della nostra vita percepita dai sensi? Tolle lo chiama lo spazio dell’adesso, ossia la scoperta di noi stessi, ossia la presenza cosciente o meglio ancora, la consapevolezza che esiste 😀un senso più profondo di essere sé stessi, che chi lo conosce ne rimane attratto, risucchiato, trascinato. Ma allora qual è la genialità di Tolle? Che attraverso diversi passaggi che poi cercherò di spiegare

ma mi serve ancora del tempo, ci porta pian piano a far affiorare in noi questa consapevolezza ...questo essere profondamente noi stessi che sfiora l'infinito, che è la stessa consapevolezza di cui parla Osho, di cui parla il Cristo, di cui parla Mooji, di cui parla Ramana Maharshi, di cui parla il Buddha. Poi capirete i sottili legami che esistono tra i maestri, capiremo l'importanza delle tecniche yoga o le meditazioni. Sono tutti maestri che vedremo poi. Paramahansa Yogananda rivela lo yoga nascosto nei vangeli e confermava che Gesù, come gli antichi saggi e maestri orientali, non solo conosceva lo yoga ma impartì gli insegnamenti di questa scienza universale ai suoi discepoli più vicini. Qualcuno ha chiesto a Tolle, ma come ci si sente ad essere sé stessi, senza ricorrere ai ricordi, senza riproporre la propria storia personale sfigata, come ci si sente a vivere in quella dimensione che dovrebbe essere la più normale possibile? E come ci si arriva a quel livello? Vi lascio una massima di Antoine de Saint-Exupéry “Il viaggiatore che sale per la montagna in direzione di una stella, se si lascia assorbire troppo dai problemi della scalata rischia di dimenticare quale sia la stella che lo guida.” Per oggi arrivate solo a immaginare quale potere ci sia nell'adesso e poi si arriverà pian piano ad entrare nell'adesso. Seguitemi eh😉


 
 
 

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Il mio nome è Alberto Dessi. Scrivo su questo blog come segno di riconoscenza per le intuizioni che Osho ci ha regalato attraverso più di 350 volumi e più di 5000 ore di  discorsi tenuti di fronte a migliaia di persone.

 

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