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I CARTELLI SPIRITUALI  ESISTONO?

  • Immagine del redattore: Alberto Dessi
    Alberto Dessi
  • 29 set 2017
  • Tempo di lettura: 6 min

OGGI mi sono svegliato presto e ho pensato,abbiamo viaggiato attraverso i racconti e gli aneddoti dei vari maestri: Yogananda, Osho, Tolle ed altri, siamo entrati sul concreto parlando di spiritualità, 😀perchè la spiritualità è concreta, ma non ci siamo ancora affacciati neppure dal finestrino, per capire se esistono dei cartelli stradali spirituali che ci indichino il percorso da intraprendere.

Esistono tante strade sempre con lavori in corso, cartelli blu, rossi e spesso gialli che ogni giorno ci fanno capire quali strade percorrere e quali traiettorie effettuare, ma non si vedono cartelli stradali spirituali, non esiste neppure un casello, nè un'area di sosta spirituale.

Ma siamo veramente sicuri che non esistano questi cartelli?

In realtà non solo esistono cartelli, ma esistono delle vere e proprie autostrade spirituali che però non sono gestite dall'ANAS.

Queste autostrade sono particolari però, perché sembrano inaccessibili, ma poi, appena qualcuno riesce a varcare la soglia, si trasformano in piste divine a dieci corsie.

Una di queste strade, forse qualcuno nè ha sentito parlare, si chiama meditazione.

La meditazione è la superstrada che ci apre alla nostra capacità di amare, all'intimità, alla creatività e all'espansione del nostro essere.

Secondo Osho Rajneesh non esiste altra soglia, non esiste altra via per accedere alla nostra essenza spirituale.

Nelle parole del Maestro: "La meditazione però non è qualcosa di nuovo; ma si nasce portandola con sè . La mente è una cosa nuova, la meditazione è la nostra stessa natura e il nostro stesso essere.

Perchè a noi sembra difficile?"

Noi la rendiamo difficile lottando contro ciò che pensiamo ci impedisca di essere liberi, oppure ricercando qualcosa che presumiamo ci renda liberi. Di fatto la si trova nel semplice rilassarsi in ciò che si è , vivendo momento per momento.

In tutto il mondo la gente lotta per liberarsi da qualcosa. La lotta può essere nei confronti di una moglie capace solo di punzecchiare e spendere in maniera compulsiva, di un marito tiranno che monopolizza la tv e non contribuisce nelle faccende domestiche, di genitori autoritari che impongono le loro scelte di vita ai figli e così via.

La nostra lotta è sempre stata contro un sistema politico repressivo, oppure uno sforzo per liberarci dai condizionamenti della nostra infanzia; tramite una girandola infinita di rimedi e terapie.

Questa lotta però, analizzandola bene, non ci ha reso tanto liberi; ma era una semplice reazione contro qualcosa che noi pensavamo non ci permettesse di essere liberi.

🙉Quanti di noi hanno sognato di vivere in una situazione o in una utopia che permettesse di rilassarsi e di essere noi stessi, liberi dalla competizione e dalla tensione della vita di ogni giorno?

Osho, essendo un profondo conoscitore dell'uomo afferma che tutte le sue esperienze lo hanno portato alla conclusione che la libertà che stiamo cercando non dipende da qualcosa di esterno a noi.

E allora se ci liberassimo dalla moglie che spende, dal marito che non sparecchia, dal padre che decide per il figlio comunque non arriveremo a ritrovare quella libertà a cui aspiriamo. Qualcuno stava già, per caso,pensando di preparare le valigie del proprio convivente?

Nessuno pensa mai a preparare le proprie, non si sa perchè, mah!

Comunque tutto ciò non ci darà più libertà. 😉Ma allora qual è la libertà a cui aspiriamo?

Osho Rajneesh la descrive come "semplice libertà": vivere qui e ora, momento per momento, non vivere nei ricordi, oppressi dal passato e neppure nei sogni del futuro, ma adesso.

Qualcuno via mai parlato del "Potere di adesso"? Il grande Ekchart Tolle ne parla, ma anche tanti altri. Lo stesso Buddha affermava la necessità di vivere qui e ora

"Quando mangi, mangia semplicemente, sii presente. Quando cammini, cammina semplicemente, sii presente. Non andare oltre, non saltare qui e là: la mente va sempre oltre, oppure si attarda. Stai nel momento!"

Di certo molti di noi hanno sperimentato i voli pindarici che la mente effettua a nostra insaputa: balza in continuazione in avanti oppure si attarda, ma non è mai nel momento: è un chiacchierio costante. E quando questo chiacchierio si impone, ci impedisce di essere nel momento e di vivere totalmente la vita.

Come possiamo vivere totalmente se la mente ci sputa concetti e ci parla addosso perfino mentre siamo impegnati nelle nostre attività quotidiane?

😴

Proviamo un piccolo esperimento: per qualche istante chiudete gli occhi.

Ora, osservate per quanto tempo riuscite a restare seduti semplicemente godendo la sensazione del vostro corpo, e qualsiasi rumore possa circondarvi.

E' probabile che non sia per molto, forse non più di un minuto, poi la mente riprende il suo chiacchierio. E se rimanete seduti un po' più a lungo, osservando cosa compone quel chiacchierio, rimarrete stupiti: scoprirete che state parlando delle cose più disparate, contemporaneamente. Se sentiste qualcuno parlare così, a voce alta, lo riterreste pazzo. Questo chiacchierio continuo vi rapina letteralmente della vostra vita, vi impedisce di godere ciò che la vita vi dona, a ogni istante.

Che fare, dunque, con questo chiacchierio estraneo a qualsiasi nostra possibilità di controllo, che ci separa dalla vita, e ci deruba dei suoi momenti più preziosi?

Osho ripeteva continuamente: "Meditate!"

Lui spiegava che non si può interrompere la mente per vie dirette, ma che attraverso la meditazione quel chiacchierio può essere rallentato fino a farlo scomparire.

Con la meditazione la mente diventa uno strumento molto utile, che non ci tiene più schiavi col suo costante frastuono.

Il problema è che esistono tantissime tecniche di meditazione, molto spesso incomprensibili e soprattutto slegate dal nostro quotidiano, per cui anche qui dobbiamo incominciare a mettere dei cartelli, parafrasando il III° canto dell'inferno, del tipo:" qui si va nella città dolente, qui si va nell'eterno dolore, qui si va tra la perduta gente"

Ci si trova confusi dall'incredibile varietà di tecniche di meditazione.

Ecco perchè il lavoro di Osho, in tal senso risulta importante: egli le ha ripercorse, separando le tecniche vere da quelle false, e penetrando di ognuna la sua essenza.

Il filo conduttore che lega tutte le tecniche è che alla fine si arriva ad un unico risultato che lui chiama essere testimoni, che Tolle chiama la nostra presenza in grado di aprirci la porta a un universo che trascende ogni possibile immaginazione

L "essere testimoni"è un semplice ma profondo stato di osservazione e di accettazione di noi stessi, così come siamo.

"Essere testimoni indica semplicemente un'osservazione distaccata, libera da pregiudizi; il segreto della meditazione è tutto qui",dice Osho, e di fatto è così semplice, che a me personalmente è sfuggito per anni.

Certo, noi tutti pensiamo di sapere cosa sia l'osservazione: per tutto il giorno osserviamo le cose che ci circondano, la moglie che dimentica il bancomat dentro il frigo, il marito che lascia il telecomando del televisore in bagno, per paura che glielo freghino, i ragazzi che si dimenticano di rincasare. Tutti osserviamo, guardiamo la televisione, guardiamo gli altri, e osserviamo ciò che indossano, il loro aspetto, ma di solito non guardiamo mai noi stessi. E quando lo facciamo, viene sempre accompagnato da una critica in cui siamo coscienti di noi stessi.

Di solito, tutto questo rimuginare della mente ci fa sentire infelici. Questo non è essere testimoni.

Per essere testimoni non occorre fare nulla; sii un semplice testimone, un osservatore, un guardiano, limitati a guardare il traffico della mente: lo scorrere dei pensieri, dei desideri, dei ricordi, dei sogni, delle fantasie.

Rimani semplicemente in disparte, tranquillo,osserva, guarda, senza giudizio, senza critiche, senza dire «questo è bene», e neppure «questo è male».

Osho sa bene che la meditazione è l'unica autostrada che ci permetterà di ritrovare la nostra qualità divina dentro di noi e poichè conosce l'importanza della meditazione va a ritroso nel tempo dei tempi a ricercare tutte le tecniche esistenti. Osho però non è un collezionista di tecniche, ha in mente solo una cosa: che queste tecniche funzionino, siano efficaci, e per far ciò le ha sperimentate e ne ha individuato ben 112.

Grazie a queste meditazioni riuscirete a scoprire cosa significa essere un testimone, è un processo che,seduti alla presenza del Maestro, accade spontaneamente

Chi lo ha conosciuto bene ha affermato:" Ci sono momenti in cui si è semplicemente seduti, lo si ascolta parlare, si percepiscono sensazioni, e si osserva tutto ciò che accade immersi in un silenzio interiore. Questo silenzio è

simile a un vasto cielo vuoto, che tuttavia vibra di vita.

La dimora di Osho Rajneesh è quel cielo sconfinato e il suo essere è silenzio. Per questo le sue parole riescono ad accarezzare le profondità del cuore, e il suo canto riecheggia quel cielo vuoto.

La vita, la poesia e l'esistenza di Osho ci permettono di capire il suo sforzo amorevole, il suo tormento spirituale, la sua tensione volta a spronarci verso quelle vette Himalayane che lui ha ben chiare dentro di sè. Mi sembra un peccato non approfittarne.

Le nubi vanno e vengono, i pianeti nascono e scompaiono,le stelle sorgono per poi morire, e quel cielo interiore rimane intatto,identico a se stesso, immacolato, limpido.

Alla prossima


 
 
 

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Il mio nome è Alberto Dessi. Scrivo su questo blog come segno di riconoscenza per le intuizioni che Osho ci ha regalato attraverso più di 350 volumi e più di 5000 ore di  discorsi tenuti di fronte a migliaia di persone.

 

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