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I genitori di Yogananda: il padre

  • Immagine del redattore: Alberto Dessi
    Alberto Dessi
  • 29 set 2017
  • Tempo di lettura: 4 min

Niente accade per caso. Neppure la famiglia di Yogananda si poteva definire una famiglia normale.

Soprattutto le anime evolute, in precedenti vite, non possono nascere in famiglie normali. La normalità va sempre intesa in senso evolutivo.

Le due persone in bianco e nero nella foto erano I genitori del nostro Yogananda, erano bengalesi, della casta degli Kshatriya,diciamo benestanti.

Entrambi furono benedetti con il dono di una natura santa. Il loro reciproco amore, sereno e dignitoso, non si esprimeva mai in maniera frivola. La perfetta armonia fra i genitori era il quieto fulcro attorno al quale ruotava il tumulto di otto giovani vite.

E si, il nostro Yogi era in compagnia di altri 7 fratelli.

Però oggi vi voglio parlare del ☆papà di Yogananda, Bhagabati, il quale conobbe in maniera un po' strana Lahiri Mahasaya, il quale era il guru di quello che sarà poi il maestro di Yogananda, ossia Sri Yukteswar.

Le occasioni della vita sono strane e strano fu il modo in cui Bhagabati conobbe il grande guru: lo conobbe infatti grazie un suo dipendente, impiegato nell’ufficio delle ferrovie in cui lui lavorava.

😉Qualcuno direbbe:”il destino!”

Abinash Babu,così si chiamava il suo dipendente, tra le tante dinamiche d'ufficio, aveva chiesto con preavviso una settimanella di ferie per andare a visitare il suo guru a Benares. Il padre di Yogananda, Bhagabati Charan Gosh, gli aveva risposto più o meno così: “ma sei fuori, con tutto il lavoro da fare? Se vuoi fare carriera concentrati sul tuo lavoro.Dio mio non c'è più religione."

Al ché il povero impiegato, dopo il montante sferrato proprio al cuore, mesto e con la coda tra le gambe, ricurvo e senza forza, trascinava i suoi piedi verso casa quando, durante il tragitto, incontrò il suo principale portato dai suoi domestici in portantina.

Notate la psicologia dei personaggi: uno volava in portantina, l'altro strisciava sotto le scarpe.

Il padre di Yogananda però vedendolo così mesto, scese dalla portantina, congedò i suoi servi con un gesto della mano e si avvicinò al suo dipendente nell’intento di consolarlo più o meno così: “Dai Abinash, non fare quella faccia brutta, tirati su!

Se ti concentri sul lavoro, presto avrai una promozione, dai coraggio!”

Il cuore di Abinash ascoltava con le orecchie il principale ma il suo cuore ripeteva : “ come faccio a vivere senza il mio guru, come faccio”.

Strada facendo i due arrivarono ai bordi di un campo tranquillo , in cui i raggi di sole del tardo pomeriggio incorniciavano ancora il profilo ondulato della vegetazione selvatica. Si fermarono in ammirazione. Nel campo, a pochi metri da loro, apparve all’improvviso la figura del grande guru, Lahiri Mahasaya.

“Bhagabati, sei troppo severo con il tuo impiegato!”. La sua voce risuonò nelle orecchie sbalordite dei due.

Egli svanì quindi misteriosamente, così come era comparso.

In ginocchio l’impiegato esclamò: “Lahiri Mahasaya! Lahiri Mahasaya!”.

Il padre rimase per alcuni istanti immobile per lo stupore. Non ci poteva credere, per lui che era molto razionale, vedere una cosa del genere deve aver generato cortocircuiti a catena, deve aver resettato tutte le impostazioni e le priorità all’interno della sua testa.

Il padre scosso da quelle parole disse: “Abinash, non solo concedo a te il permesso di partire per Benares domani, ma faccio anch’io altrettanto. Devo assolutamente conoscere il grande Lahiri Mahasaya, capace di materializzarsi a suo piacimento per intercedere per te! Porterò anche mia moglie e chiederò al maestro di iniziarci al suo cammino spirituale. Vuoi accompagnarci da lui?”

Abinash passò da un camminare ricurvo in avanti, ad un saltellare a balzi di 6 metri. Fu lieto di accompagnarli.

Il grande maestro, iniziò alla pratica spirituale del Kriya Yoga sia la madre che il padre del nostro Yogi, non solo, manifestò particolare interesse per la nascita di Yogananda. La vita di Yogananda sarà sicuramente legata alla sua: la benedizione del maestro è infallibile. Dopo poco tempo dalla nascita di Yogananda, il maestro Mahasaya morì e la madre di Yogananda, preparò una sorta di altare, con un ritratto del maestro, a cui offrivano, in segno di devozione, fiori intinti in una fragrante pasta di legno di sandalo. Il profumo della pasta di legno di sandalo ha delle proprietà terapeutiche molto importanti, infatti fa guarire le ferite e rigenera la pelle.

Scrive Yogananda “Il suo ritratto esercitò uno straordinario influsso sulla mia vita. Man mano che crescevo, anche il pensiero del maestro crebbe con me. Durante la meditazione spesso vedevo la sua immagine fotografica emergere dalla piccola cornice e, assumendo forma vivente, sedersi dinanzi a me. Quando cercavo di toccare i piedi del suo corpo luminoso, esso si trasformava e ridiventava una fotografia. Passando dall’infanzia all’adolescenza, mi accorsi che Lahiri Mahasaya era mutato nella mia mente, da una piccola immagine confinata in una cornice a una presenza viva e illuminante. Spesso lo pregavo, nei momenti di difficoltà o di turbamento, trovando in me la sua guida confortante. All’inizio mi affliggevo che egli non fosse più in vita fisicamente. Quando, tuttavia, cominciai ad avvertire la sua segreta onnipresenza, non mi lamentai più. Spesso egli aveva scritto a quanti, fra i suoi discepoli, erano eccessivamente ansiosi di vederlo: «Perché venire a vedere la mia carne e le mie ossa, quando sono sempre alla portata del vostro kutastha (vista spirituale)?».

All’incirca all’età di otto anni ricevetti la grazia di una guarigione miracolosa attraverso la fotografia di Lahiri Mahasaya. Questa esperienza accrebbe l’intensità del mio amore.

😉Yogananda perciò passò dalla condizione di malato cronico a quella di guarito completamente, tuttavia nel giro di poco tempo, fu colpito dal colera asiatico molto devastante. Ero ormai considerato spacciato e i medici non potevano far nulla. Al suo capezzale....

😉seguitem


 
 
 

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Il mio nome è Alberto Dessi. Scrivo su questo blog come segno di riconoscenza per le intuizioni che Osho ci ha regalato attraverso più di 350 volumi e più di 5000 ore di  discorsi tenuti di fronte a migliaia di persone.

 

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