IL GIUSTO EGOISMO 2
- Alberto Dessi
- 29 set 2017
- Tempo di lettura: 4 min
Buon giorno a tutti,
vi ringrazio di cuore, perché mi avete seguito in tantissimi.
😉L’ultima volta vi avevo lasciato con una domanda un po’ particolare, perché tocca gli affetti, i sentimenti, il nostro essere e le nostre relazioni in genere.
In particolare, per coloro che non avessero seguito il post precedente ho proposto una sorta di esperimento:
😀“Pensate a qualcuno che amate molto, qualcuno a cui siete vicini, qualcuno che vi sta a cuore e provate a dire nella vostra mente a quella persona una cosa un po’ forte : «Preferisco la felicità a te».
Osservate quel che accade.
😇«Preferisco la felicità a te. Se dovessi scegliere, non avrei dubbi:sceglierei la felicità».
Posti di fronte ad una scelta epica tra la felicità nostra e il nostro caro, osservate la vostra testa cosa ci racconta.
Una delle risposte più gettonate è stata: 😧“eh si mi sono sentita molto egoista e in colpa”.
Un’altra è stata:😩 “qualche volta si, sono stata egoista”.
Chiaramente da questa risposta si capisce che il solo piccolo pensiero di anteporre la propria felicità agli altri venga bollato come egoistico e quindi occorre sopprimere un siffatto pensiero subito! 😉
Esistono poi alcuni che sono dei veri e propri egoisti doc: e possiamo o fucilarli o portarli in spalla e fregiarli del titolo di migliori egoisti dell’anno. Sentite la finezza: “non sono egoista, altrimenti sarei ipocrita con me stessa e con l’altra persona, quindi la mia felicità viene prima.... e poi tutto il resto” però poi dentro di lei opera una sorta di ravvedimento operoso, tant' è che non arriva a sostenere il peso di questa affermazione sino in fondo e ricorre ad una strategia funambolica - ...anche perché il compagno che ascolta la risposta, magari nascosto in qualche recesso mentale, potrebbe offendersi e rispondere per le rime con qualche sganassone, sempre mentale – per cui conclude : “….poi magari la mia felicità consiste nell’avere quella persona al mio fianco”. Al ché si riaprono le porte dell’abbraccio e anche di casa.
😎Qualcun altro ha detto: “non c’è alcun egoismo nel pronunciare al proprio caro: “Preferisco la mia felicità a te…” e continua: “…ci deve essere la felicità prima di tutto , deve esserci la bellezza di vivere con quella persona in qualsiasi situazione della vita e se manca la felicità sei solo al fianco di un inquilino e si chiama semplicemente abitudine.”
Questa risposta è fine, anzi molto fine perché in anzitutto offre una risposta impersonale espressa in questi termini : non c’è alcun egoismo nel preferire la felicità…,
non dice: “non sono egoista quando dico di preferire la felicità a te” .
Sposta il problema all’esterno … perché?
😇
Immaginate la compagna che ascolta…ed io me la immagino ...me la vedo in lacrime😂😂 straziata da queste spiegazioni … col mascara a chiazze in tutta la faccia che di fronte allo specchio si parla e si dice: “ma perché ....perché devo sempre privilegiare questo qui alla mia felicità, sarei potuta uscire per negozi, fare questo è quell'altro e invece aspetto sto… e gli preparò pure la cena…”
😉A quel punto una voce fuori campo suggerisce al compagno la strategia funambolica di prima: “cara, ho detto quelle frasi perché la felicità è avere te al mio fianco”.
E con questa acrobazia la coppia si ricompone...
😉Ah magia
Il risultato è che siamo condizionati e ci chiediamo: «Come ho potuto essere tanto egoista?».
Ma in realtà chi è veramente egoista. Immaginatevi qualcuno che vi venga a dire : «Come hai potuto essere tanto egoista da anteporre la tua felicità a me?». Non vi
verrebbe forse da rispondere: «Scusa tanto, ma come puoi tu essere tanto egoista da pretendere che anteponga te alla mia felicità!?».
😉Capite in che trappole cadiamo ricorrentemente? Rafforzate da frasi del tipo: «La prova dell'amore è il sacrificio; la misura dell'amore è l'altruismo».
Proviamo un dialogo all’insegna di questo principio per capire:
Lui: “cara la prova del tuo amore è il sacrificio”.
Lei secca : “anche del tuo caro”
Lui sorpreso: “ehm, non ci avevo pensato.”
Cosa succede portando avanti questo discorso sino alla fine?
Che Lei amerebbe Lui a costo della (sua) felicità, e lui amerebbe Lei a costo della sua felicità. E così si arriva ad avere (due) persone infelici, ma l'amore trionfa! Questo è quel che accade abbastanza spesso nelle coppie.
De Mello sottolinea che noi, è brutto a dirsi, non desideriamo essere felici. Vogliamo altre cose. O meglio, noi non vogliamo essere felici incondizionatamente.
Siamo pronti ad essere felici (a condizione che) si abbia questo e questo e quest'altro.
Ma ciò equivale a dire al nostro amico o al nostro Dio o a chiunque: «Tu sei la mia felicità.
(Se non ho te), rifiuto di essere felice».
É davvero importante capire questo meccanismo perché riusciamo a liberarcene solo evitando la trappola.
Dunque, questa è la prima cosa da fare se vogliamo svegliarci veramente.
Se vogliamo la libertà, se vogliamo la gioia, la pace, la spiritualità e soprattutto se vogliamo amare dobbiamo prima ricercare in noi la felicità e poi donarla agli altri.
De Mello scrive che in qualità di psicoterapeuta.. “Per molti anni non ho capito questo fatto, finché un giorno, all'improvviso, ho scoperto che la gente deve soffrire a (sufficienza) in una relazione per poter essere disilluso nei confronti di (tutte) le relazioni. Non è forse una cosa terribile? Le persone devono soffrire (abbastanza) in una relazione prima di svegliarsi e dire: “ Sono stufo!”
Ci dev'essere un modo migliore di vivere, un modo che non comporti dipendenza da un altro essere umano…
La prossima volta vi racconterò un altro aneddoto molto carino di un bambino presunto ritardato… per spiegarvi quanto siamo folli e addormentati.
😉Per ora vi lascio. Se sto diventando abbastanza fastidioso sono contento. Allora avete qualche possibilità di sentire dentro di voi quella sveglia fastidiosa che però vi permetterà di conoscere veramente voi stessi e di dare agli altri ciò che è in sovrabbondanza dentro di voi. Un saluto e😉 seguitemi eh!
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