L’intero viaggio è dentro di sé(SOLDATO FERITO)
- Alberto Dessi
- 29 set 2017
- Tempo di lettura: 2 min

Durante la Seconda guerra mondiale, in una stazione ferroviaria, fu ritrovato un soldato francese ferito gravemente. Sul suo viso c’erano così tante ferite che era difficile capire chi fosse.
E identificarlo fu ancora più difficile perché uno dei colpi che aveva ricevuto alla testa gli aveva fatto dimenticare chi fosse: aveva perso la memoria.
Quando gli chiedevano chi era, rispondeva: «Non so chi sono né da dove vengo» e dai suoi occhi usciva un fiume di lacrime.
A un certo punto tre famiglie dichiararono che l’uomo era un loro parente. Naturalmente non era possibile che appartenesse a tutte e tre, per cui lo portarono in tutte e tre le città e lo lasciarono da solo.
In due delle città rimase fermo e immobile, in piedi, molto confuso, senza sapere cosa fare. Ma quando arrivò nella terza città i suoi occhi spenti all’improvviso si illuminarono e il suo viso impassibile cominciò a rianimarsi. Trovò la strada da solo e nel vedere una certa casa, vi corse incontro.
Era come se una forza particolare improvvisamente avesse fatto ingresso nel suo essere. La capacità di riconoscere era tornata e ricordava la sua casa. Con un senso di immensa gioia disse: «Questa è la mia casa, ora ricordo chi sono!».
La stessa cosa è accaduta a tutti noi: abbiamo dimenticato chi siamo, perché abbiamo dimenticato dove si trova la nostra casa.
Quando saremo in vista della nostra casa, sarà naturale riconoscere il nostro autentico essere. Se continui a girovagare all’esterno, non raggiungerai mai la città in cui si trova la tua vera casa. E se non la raggiungerai, non potrai trovare il tuo vero sé.
Non solo all’esterno, ma anche all’interno esiste un viaggio che ti porta al tuo vero sé e alla verità.
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