La magia chiamata Kriya Yoga
- Alberto Dessi
- 29 set 2017
- Tempo di lettura: 2 min
La magia chiamata Kriya Yoga
Oggi inizieremo a spiegare il Kriya Yoga partendo da quelle che sono le parole del grandissimo maestro Yogananda.
Si parla tanto di Kryia Yoga, di questa tecnica molto importante per creare un ponte tra il nostro mondo fisico e quello metafisico, ma pochi sanno cosa sia, quanto sia antico, che effetti produca sul corpo e sulla parte spirituale, chi l’abbia utilizzato e perché.
😉Cercheremo di spiegare in maniera semplice tutte queste cose.
Sapiate per iniziare questa tecnica , Il Kriya Yoga è molto antica ed estremamente potente.
La parola Kriya deriva dal sanscrito, la cui radice kri significa “fare, agire, reagire”, la stessa radice si trova nella parola Karma e poi spiegheremo come l’utilizzo di tale tecnica da parte dello Yogi(colui che fa Kriya Yoga) porterà coloro che seguono fedelmente tale tecnica, a liberarsi dal loro Karma, ossia il principio naturale di causa effetto.
Il Kriya pertanto è un fare, un agire che permette l’unione(YOGA) con l’infinito.
Yogananda spiega in termini semplici che il Kriya Yoga è un metodo psico-fisiologico mediante il quale il sangue umano viene depurato dall’anidride carbonica e ricaricato di ossigeno.Gli atomi di questo ossigeno supplementare vengono trasformati in corrente vitale per rigenerare il cervello e i centri spinali.
Yogananda continua dicendo che gli yogi più progrediti tramutano le proprie cellule in pura energia. Elia, Gesù, Kabir e altri profeti del passato furono maestri nell’uso del Kriya o di una tecnica simile, grazie alla quale riuscirono volontariamente a smaterializzare il proprio corpo.
La prima descrizione del Kriya ci viene offerta però dal Krishna, sommo profeta dell’India, che in un versetto della Bhagavad Gita(uno dei testi indù)spiegava come agiva il Kriya, esso si produceva ..
….offrendo il fiato dell’inspirazione nell’espirazione e il fiato dell’espirazione nell’inspirazione, ed in tal modo lo yogi neutralizza entrambi questi respiri; egli libera così la forza vitale dal cuore e la pone sotto il proprio controllo…, Yogananda interpreta il versetto di Krishna ( stiamo parlando di millenni) lo yogi arresta il decadimento del corpo mediante un supplemento di forza vitale e arresta i mutamenti prodotti nel corpo dalla crescita mediante l’apan (corrente eliminatoria). In tal modo, acquietando il cuore, lo yogi neutralizza il decadimento e la crescita, imparando nel contempo a controllare la forza vitale»
Anche San Paolo conosceva bene il Kriya Yoga o una tecnica molto simile, mediante la quale era in grado di dirigere le correnti vitali verso i sensi o di ritrarle da essi. Poteva insomma governare i sensi e poteva cosi affermare
“ Com’è vero per la gloria che di noi ho in Cristo, che io muoio ogni giorno”
Il morire ogni giorno era riferito all’essere perfettamente consapevole di essere morto all’illusorio mondo dei sensi di maya.
Cosa faceva San Paolo? San Paolo ritraeva ogni giorno la propria forza vitale corporea, e la congiungeva mediante l’unione yogica con la gloria (eterna beatitudine) della coscienza cristica raggiungendo uno stato di felicità perfetta.
Negli stati iniziali di contatto con Dio (sabikalpa samadhi), la coscienza del devoto si fonde con lo Spirito Cosmico. Lo yogi è pienamente consapevole della propria condizione corporea di animazione sospesa.
Forse non tutti sanno che noi tutti applichiamo la tecnica del Kriya in maniera inconsapevole e ci riusciamo benissimo, ma …
😉 seguitemi eh
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