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LA VETTA DELLA RICERCA SPIRITUALE 2

  • Immagine del redattore: Alberto Dessi
    Alberto Dessi
  • 29 set 2017
  • Tempo di lettura: 4 min

Buon giorno a tutti,😀

so che questo argomento è un po’ complesso e anche noioso. Sembra una sorta di predicozza del lunedì😉 , tra l’altro fatta di martedì, però ha un senso.

Quando si inizia una gita, in questo caso spirituale, ci si diverte in tutto il percorso, ma è necessario organizzarsi un po’. Se si deve andare alla ricerca della valle incantata e necessario avere una bussola, una mappa e tutti gli strumenti adatti. Inoltre è necessario tener conto delle varie insidie.

La volta scorsa abbiamo parlato della difficoltà per un povero di praticare la carità e per chi non avesse seguito le istruzioni di viaggio elencate nella prima parte, ritengo sia utile ricordare l’aneddoto, della bambina di nome Maria, raccontato da Osho, che con semplicità e auto-evidenza ci fa intuire il concetto di ricchezza a cui si deve aspirare.

Maria, al suo quarto compleanno ricevette in regalo mezzo dollaro.

Portò la moneta per tutta casa e alla fine si sedette sui gradini a contemplarla.

“Cosa stai facendo con il tuo mezzo dollaro?” chiese la madre.

“Lo porto alla scuola parrocchiale” rispose subito la bambina.

“Per mostrarlo all’insegnante?”

Maria scosse il capo. “No,” rispose. “Voglio darlo a Dio. Sarà sorpreso come me di non ricevere sempre i soliti spiccioli.”

Maria dimostra la sua ricchezza spirituale con un quarto di dollaro. Quanto è difficile per un povero donare? Tantissimo.

😉La volta scorsa avevamo detto che non si può donare ciò che non si ha.

Il Buddha pone questa insidia al primo posto perché la ritiene una delle cose più difficili. E per scalare la vetta nella nostra gita spirituale si dovrà superare questo ostacolo.

Osho essendo una grande guida che si sa orientare nelle montagne e nelle valli spirituali capisce che questo sutra, questo precetto del Buddha si difficile da comprendere e lo estende al concetto di amore.

Cosa è per voi il concetto di amore? Molti non sanno cosa sia e senza riflettere sul significato dell’amore amano.

Questo mi fa ricordare una storiella zen che parla di un calabrone che possiede un corpo grande grande e delle ali che non potrebbero sostenere il corpo, ma il calabrone no lo sa e vola. Un calabrone un po’ incosciente ma riesce a volare. Così siamo noi amiamo anche se l’amore non è ancora sbocciato nel nostro cuore.

Osho, ma anche il Buddha, afferma che se non ami te stesso, come puoi amare gli altri? Manca l’elemento principale, il punto stesso di partenza.

Che l’amore sia esclusivamente un dare ormai lo sanno quasi tutti e solo pochissimi di voi, ma mi potrei sbagliare, pensano invece il contrario.

In una società come la nostra il concetto di amore è ribaltato, ti offro il mio amore a patto che tu mi sia riconoscente e mi contraccambi. Ti do qualcosa se tu mi dai qualcosa. Da un punto di vista giuridico questo non è amore, ma una permuta, uno scambio di una cosa con un'altra cosa.

Fortunatamente i più sanno che l’amore è una gioia, una condivisione e non una prigione.

Qualcuno però mi riferisce che tutti sanno che l’amore è un dare incondizionato, ma simulano costantemente la permuta e spesso si va a ribasso.

Se lui non mi fa uscire, io non gli faccio vedere le partite. Se lei non mi prepara qualcosa di buono non le regalo niente. E così via. Insomma, un dare incondizionato.

Qualcuno, forse un antropologo che conosce il mondo e la gente, mi ha detto che gli insegnamenti di Osho, ormai rappresentano una sorta di moda da seguire, fanno tendenza, tutti inviano gli aforismi sulla vita … il messaggio è chiaro e semplice.

Mi sono reso conto anch’io che il messaggio è stato ben recepito, tant’è che per comprenderlo in un mondo duale è necessario fare il contrario.

Voi capite bene che chi è povero e continua a simulare l’amore in questo modo, non può praticare la carità.

Coloro che si amano sul serio, non sentono mai di aver fatto abbastanza, hanno sempre la sensazione che qualcosa di più era possibile. L’amante non ha mai la sensazione: “L’altro mi deve qualcosa”. Al contrario, sente: “Poiché il mio amore è stato ricevuto, io gli sono riconoscente. Ricevendo il mio dono, l’altro mi ha gratificato; gli sono riconoscente per non avermi rifiutato”.

Osho, sottolinea che chi si aspetta di essere contraccambiato vive da mendicante ed il mendicante non può fare la carità, tutt’al più la riceve.

Chi ama è sovrabbondante, ha un’energia che gli viene da dentro e che trasmette anche senza volerlo.

Quell’amore che nasce dentro di te, che tu crei dal tuo essere, è energia vera è una dinamite.

Osho sa che esistono ancora delle persone che non hanno compreso bene il significato di amore e di ricchezza spirituale e pertanto prima di iniziare la gita che porterà sulla vetta suggerisce di fare degli esercizi dicendo:

“Pratica l’amore. Seduto da solo nella tua stanza, sii amore, irradia amore, riempi l’intera stanza con l’energia dell’amore. Sentiti vibrare a una nuova frequenza, percepisci di stare oscillando come se fossi nell’oceano dell’amore. Crea vibrazioni d’amore intorno a te e subito comincerai a sentire che sta succedendo qualcosa: la tua aura, il tuo corpo staranno cambiando; il tuo corpo diffonderà calore.

Diventerai più vivo; è come se una sorta di sonno si dissolvesse, per lasciare spazio a un certo tipo di consapevolezza. Ondeggia su questo oceano; danza, canta e lascia che l’intera stanza si riempia d’amore.

A quel punto, vai in un posto qualsiasi avvolto da questo oceano e vedrai: chiunque ti si avvicini si troverà improvvisamente sotto un’energia diversa. La tua semplice vicinanza renderà felici le persone, senza motivo alcuno.”

😉Qui si conclude il primo sutra del Buddha, la prima regola da conoscere e rispettare per continuare la gita che ci porterà fin sopra la vetta. Buon Viaggio a tutti


 
 
 

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Il mio nome è Alberto Dessi. Scrivo su questo blog come segno di riconoscenza per le intuizioni che Osho ci ha regalato attraverso più di 350 volumi e più di 5000 ore di  discorsi tenuti di fronte a migliaia di persone.

 

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