Yogananda: la ricchezza della carità
- Alberto Dessi
- 29 set 2017
- Tempo di lettura: 5 min
Buona giornata a tutti, vi ringrazio di cuore perché sto notando un grande interesse verso la scoperta delle figure spirituali che hanno abitato questa terra e che ci hanno rivelato, con il loro esempio, prima che con i loro insegnamenti, gli strumenti che ci conducono dritti a Dio e alle verità supreme.
Chi ricerca la spiritualità , chi vuole instaurare un rapporto diretto con il divino, non può non abbracciare Yogananda e i suoi insegnamenti.
Mike Buongiorno direbbe "Allegria cari telespettatori, sempre più in alto"
e con Yogananda si vola veramente alto, ma si scende nello stesso tempo, tanto in profondità.
Di Yogananda si potrebbe parlare per ore e ne parleremo tanto tanto tanto, ma adesso iniziamo.
I suoi primi ricordi d'infanzia, portano i segni lontani di una precedente incarnazione, lui scrive infatti: "Avevo chiare memorie di una vita lontana, di uno yoghi fra le nevi dell'Himalaya. Per qualche inafferrabile legame, questi sprazzi del passato mi aprivano anche uno spiraglio sul futuro."
😉Yogananda, percepiva di avere avuto un'altra vita e capiva che questa percezione gli sarebbe stata utile, pensava che ritornare nelle nevi Himalayane sarebbe stata la sua strada. Perché quella percezione? Lo vedremo più in là. ..
Da piccolo subì diverse umiliazioni:il padre era molto severo, logico, molto inquadrato mentre la madre era invece molto buona.
Le umiliazioni non erano inflitte dai genitori, ma dalla vita stessa, ed esse non si cancellarono dalla sua memoria, anzi rimasero a lungo e con loro il risentimento. 😉Era molto sfigato, ma è una sfiga evolutiva!!
Non poteva né camminare, né riusciva ad esprimersi liberamente. Da un punto di vista emotivo aveva degli sbalzi pazzeschi, un tormento interiore lo perseguitava e tra la confusione interiore degli idiomi, iniziò pian piano ad abituare l'orecchio al Bengali.
🤔Voi potete capire che il suo orecchio esterno risultava sottosviluppato rispetto al suo sentire interiore. Per riuscire a vivere in società ha dovuto in una certa misura forzare la propria natura, adattarsi alla società, alle parole, alle regole e non fu semplice ma, nel suo destino c'era qualcosa di immenso.
Scoppiava spesso in crisi di pianto.
👩La madre però, attraverso le sue carezze, gli restituiva il coraggio per continuare e anche la sua autostima poteva riprendersi.
Ricordava a sprazzi la sua precedente vita e non era contento di ciò perchè si sentiva uno Yogi a metà: uno vero Yogi riesce a serbare ininterrotta la coscienza di sé attraverso il drammatico trapasso da 'vita' a 'morte' e da morte a vita.
Nella sua autobiografia scrive:"Se l'uomo fosse solamente un corpo, la perdita di questo corpo metterebbe davvero fine all'identità umana... questo se.., significa che in Yogananda qualche dubbio sulla vita dopo la morte c'era e c'era nonostante i flebili ricordi della passata vita...
😉quindi non vi rammaricate se qualche dubbio lo conservate....
tuttavia il grande Maestro, già da piccolo neutralizzava questo dubbio a livello logico ... infatti non era possibile per lui che la perdita di questo corpo ponesse fine a quel nucleo, a quel senso del sè che in lui era fortemente radicato,non aveva senso.
I primi approcci con le scritture li ebbe con la madre: istruzione e castighi andarono di pari passo.
👮Il padre era altolocato, però era costretto a cambiare spesso residenza, lavorava presso le Ferrovie Bengala-Nagpur.
La madre aveva sempre una mano tesa verso i poveri, anzi due.
Una volta la madre, per nutrire i poveri, spese in due settimane più di quanto il padre guadagnasse in un mese.
Pensate quanto può guadagnare un benestante medio? Circa 2300 euro.
Beh, la madre donava 2300 euro in 15 giorni.
Fattevi i calcoli per capire la psicologia della madre.
Vi chiedo una cosa. 😉Chi è più ricco il padre o la madre di Yogananda?
Vi do un suggerimento: ricordate il post che riguardava le insidie per raggiungere le vette spirituali? Ebbene per chi non l ricorda , la prima insidia è proprio questa ossia:
"È difficile per il povero praticare la carità, perchè la carità non è altro che il fiore sublime di qualcuno che ha, che possiede il suo essere; qualcuno che non è povero, ma è ricco è sovrabbondante.
Osho affermava che solo chi possiede il proprio essere autentico, chi è capace di amare, cantare, danzare e vedere la poesia nel mondo è ricco. Una persona del genere potrebbe anche non possedere nulla.
La madre di Yogananda era una persona del genere.
Il padre invece che pure portava il pane a casa non era così ricco e quel giorno andò su tutte le furie dicendo:
😉"Non ti chiedo altro che di mantenere la tua carità entro un limite ragionevole".
Cosa avreste detto voi al posto del padre?
La madre senza pensarci su, senza far trapelare niente, ordinò una carrozza e disse "Addio! Vado via, a casa di mia madre".
Yogananda e i suoi sette fratelli iniziarono a lamentarsi e lagnarsi fastidiosamente. Passò giusto in quel momento il fratello della madre che dispensò qualche consiglio al padre, del tipo "che cavolo stai facendo, chi te li segue otto figli e come ci vai a lavorare?" per cui, sgomento, il padre ritornò sui suoi passi.
La madre, tutta felice, mandò via la carrozza.
La madre non solo era ricca, ma comportandosi in questa maniera ha preservato la sua ricchezza, inculcando per sempre nella testa dei figli la ricchezza pensate della carità e piano piano anche in quella del marito.
Un episodio ci permette di cogliere il cambiamento di atteggiamenti anche del padre di Yogananda infatti, una volta raggiunta la pensione e probabilmente era arrivato alle nozze d'oro con la moglie succede un fatto.. Yogananda racconta:..
"Dopo vari anni che mio padre era andato in pensione, giunse un ispettore inglese per una verifica contabile alla Compagnia ferroviaria; con profonda meraviglia l'ispettore scoprì che mio padre non aveva mai reclamato le gratifiche arretrate.
"Ha compiuto il lavoro di tre uomini", disse l'ispettore della Compagnia, "ed ha un credito di 125.000 rupie (circa 41.250 dollari) dovutegli per compensi arretrati". I dirigenti della compagnia inviarono a mio padre un assegno per tale cifra. Egli ne fece tanto poco caso da non comunicarlo nemmeno in famiglia. Dopo molto tempo, Bishnu, il mio fratello più giovane, avendo saputo del grosso deposito da un resoconto bancario, glie ne parlò.
"Perché gioire dei vantaggi materiali?", gli rispose mio padre; "colui che persegue come mèta la serenità dell'animo non giubila per un guadagno né si deprime per una perdita. Egli sa che giunge povero su questa terra e ne riparte senza una sola rupia".
Capite ora che la ricchezza non è data dalla quantità del denaro, ma dall'atteggiamento che si possiede!.
Ricordo a chi magari si è affacciato, oggi ai post della mia pagina, che la spiritualità non è qualcosa di irrazionale, lontano dal mondo, pura essenza per asceti, ma è molto concreta e molto utile in tutte le occasioni della vita.
Volevo inoltre chiedervi se vi piacciono i post di Yogananda e degli altri grandi maestri? Vedo spesso tanti mi piace e pochi commenti e questo non mi permette di capire quali parti vi conquistano, quali vorreste approfondire ecc. 😉Fattemi sapere.
In copertina ho inserito anche l'allievo preferito di Yogananda, Swami Kriyananda, il quale ci ha permesso di conoscere più da vicino il maestro. Dal 2013 anche lui se ne andato, però quasi per curiosità ho inviato un messaggio alla pagina ufficiale di Swami Kriananda dicendo che la devozione per questo maestro mi impone di farlo conoscere: messaggio scritto alle 11 circa.
Alle 15:07 mi rispondono dalla redazione: "Thank you, for writing. God bless you! poi... continua sempre in inglese dicendo che sono contenti per il fatto di potersi connettere attraverso internet e attraverso lo spirito. Mi chiedono di tenere nelle preghiere Ananda Village perchè c'è un fuoco nella foresta che minaccia il villaggio e che è una buona cosa divulgare il maestro. Mi hanno scritto che non vedono Yogananda nelle preghiere, ma sentono la sua presenza. Spero che anche a te capiti la stessa cosa.
😉Io spero invece che voi percepiate il maestro. Nel prossimo post vi parlerò di un Yogananda maestro che spiega ai suoi alunni la disciplina e non è sempre accondiscendente, ma...
😉Chiedendovi di commentare... per crescere insieme, vi saluto
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